Un incentivo fino al 60% della retribuzione mensile, valido 12 mesi, per i datori di lavoro che assumono giovani «Neet» dal 1° giugno al 31 dicembre prossimo. È una delle misure contenute nel decreto lavoro atteso oggi in Consiglio dei ministri.
La platea dei potenziali beneficiari è di oltre 1,6 milioni di giovani fra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano. La fotografia dei cosiddetti «Neet» (Neither in employment nor in education and training) scattata dall’Istat per il 2022 li vede attestarsi al 19% della popolazione compresa in quella fascia di età: un dato in miglioramento rispetto agli anni precedenti ma ci sono Regioni, come quelle del Mezzogiorno, dove i «Neet» sfiorano il 30 per cento dei giovani.
L’intervento del Governo
Il Dl Lavoro introduce un incentivo ad hoc per i datori di lavoro che assumeranno quest’anno giovani sotto 30 anni che non lavorano e non sono inseriti in corsi di studio o formazione, e che siano registrati al Programma operativo nazionale «Iniziativa occupazione giovani» (tramite il quale è stato attuato in Italia il piano europeo Garanzia giovani, destinato proprio ai «Neet», che si è concluso nel 2020).
In base all’ultima bozza del decreto che sarà esaminata oggi, l’incentivo sarà valido per 12 mesi e pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile a fini previdenziali riconosciuta al giovane assunto. I datori di lavoro lo dovranno chiedere telematicamente all’Inps e lo percepiranno tramite conguaglio nelle denunce contributive mensili.
Il bonus sarà riconosciuto per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, anche per somministrazione e per il contratto di apprendistato professionalizzante o di mestiere (sono esclusi i rapporti di lavoro domestico).
Sarà cumulabile con l’incentivo per assumere giovani under 36 previsto dalla legge 197/2022 (la legge di Bilancio per il 2023) e con altri esoneri o riduzioni delle aliquote già previste da altre disposizioni: in questo caso, l’incentivo «Neet» scenderà al 20% della retribuzione mensile lorda, per ogni giovane assunto.
La copertura prevista dal decreto è di 80 milioni di euro per il 2023 (da ripartire fra le Regioni con un decreto dell’Anpal) e di 51,8 milioni per il 2024.
Le domande dei datori saranno considerate dall’Inps in base all’ordine di presentazione e fino a esaurimento delle risorse disponibili.
I passi avanti sui Neet
Nel 2021 la quota dei Neet in Italia era al 23,1% e l’Italia si confermava maglia nera fra i partner europei, in relazione a questo indicatore.
Tutte le Regioni hanno fatto passi avanti nel 2022, evidenti rispetto al 2021 (si veda l’infografica in pagina), ma anche, se si guarda indietro, rispetto all’anno della pandemia, che ha avuto un impatto molto alto sull’occupazione giovanile. Nel 2020, infatti, l’incidenza dei «Neet» sulla popolazione fra 15 e 29 anni era del 23,7 per cento.
Diminuisce nel 2022 anche la differenza di genere, benché la quota di giovani che non studiano e non lavorano resti più altra fra le donne (20,5%) che fra gli uomini (17,7%).
Il confronto con l’Europa, peraltro, va fatto misurando le performance delle singole Regioni: quelle del Nord (in particolare le province autonome di Trento e Bolzano) si avvicinano alla media europea dei Neet (nel 2021 al 10,5%). Sono tutte nel Mezzogiorno, invece, le Regioni con la quota più elevata di «Neet», sette di queste con valori superiori al 20%: Sicilia (32,4%), Campania (29,7%), Calabria (28,2%, pur con una riduzione di cinque punti rispetto al 2021), Puglia (26%), Sardegna (21,4%), Molise (20,9%), Basilicata (20,6%).
Lombardia, Umbria e Liguria registrano un calo dei «Neet» di quasi cinque punti percentuali, piazzandosi così al di sotto della media nazionale.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Primo Piano del 2 maggio