"Sosteniamo le nostre imprese in ricerca e innovazione"

Micro, piccole, medie imprese e liberi professionisti che già aderiscono a una delle Reti Innovative Regionali RIR riconosciute dalla Regione Veneto possono presentare domanda, fino al 1 febbraio 2024, per accedere al sostegno per la specializzazione intelligentetransizione industriale.

L’assessore allo Sviluppo Economico ed Energia della Regione Veneto, Roberto Marcato ha rilasciato un’intervista in esclusiva Telematica Italia sul bando per lo sviluppo delle competenze per la specializzazione intelligente e la transizione industriale (Fesr 21/27, az. 1.4.1).

Assessore Roberto Marcato, la Regione Veneto ha pubblicato un bando pilota dedicato alle imprese che già aderiscono a una delle Reti Innovative Regionali. Le imprese che faranno domanda cosa possono aspettarsi da questa misura?

“Abbiamo voluto proporre fortemente questo bando come pilota, dunque sperimentale, perché si tratta di una nuova azione del PR FESR 2021-2027 rispetto alla precedente programmazione dei fondi. Si vanno a toccare temi complessi, come la formazione di competenze multilivello sulla Strategia di Specializzazione Intelligente regionale (S3 Veneto), voluta dalla Commissione europea per rendere i territori più competitivi e in cui si innestano temi più trasversali e di attualità come quelli legati alle grandi sfide della transizione industriale e verde, e agli obiettivi di sostenibilità e di digitalizzazione dei processi. Abbiamo, quindi, affrontato l’ampia tematica delle competenze necessarie, partendo dalle imprese che da tempo hanno deciso di investire e credere nelle Reti Innovative Regionali. Le RIR sono oggi divenute veri e propri ecosistemi dell’innovazione che comprendono non solo imprese ma anche dipartimenti universitari degli atenei veneti, enti di ricerca nazionali e regionali, pubblici e privati. Il panorama delle imprese che aderiscono alle RIR, circa 1.200 tra imprese e professionisti, è molto vario. Ci sono grandi imprese, che investono significativamente in ricerca e sviluppo, hanno reparti dedicati e sono strutturate per essere protagoniste dell’innovazione, ma troviamo soprattutto le piccole imprese (ricordo che il 97 per cento delle imprese in Veneto hanno meno di 9 dipendenti), che proprio grazie allo strumento della Rete Innovativa Regionale possono beneficiare di rapporti stabili con il mondo della ricerca, collaborare con le aziende leader ed essere inserite in ampi progetti precompetitivi di ricerca, che poi sono quelli maggiormente in grado di garantire una competitività duratura nel tempo e la crescita della nostra economia. A queste PMI si rivolge questo bando pilota che intende essere un’opportunità, innanzitutto per compiere un percorso strutturato. Come punto di partenza è previsto un check up aziendale completo, un assessment dell’innovazione realizzato a 360 gradi. La possibilità di ricorrere a queste e altre tipologie di servizi specialistici proposti dal bando sarà indicata dal check up aziendale svolto all’inizio e quindi funzionale alle reali esigenze aziendali. Si tratta di un percorso della durata di circa un anno in cui le imprese beneficiarie devono aspettarsi miglioramenti sul piano organizzativo della gestione dell’innovazione, di ottimizzazione dei processi, di crescita delle competenze manageriali, anche e soprattutto in rapporto a temi prioritari su cui si gioca la partita presente e futura della competitività sui mercati internazionali”.

Il Veneto è una regione competitiva dal punto di vista di innovazione e tecnologia, questo bando dà l’opportunità alle imprese e ai liberi professionisti di misurarsi con nuovi progetti. Nel dettaglio, quali sono le finalità della misura?

“Il bando è inserito in una misura più ampia del Programma FESR del Veneto 2021-2027, l’azione 1.4.1 denominata ‘Supporto allo sviluppo delle competenze per la specializzazione intelligente e la transizione industriale’. Complessivamente la Regione Veneto investirà in quest’azione 10 milioni di euro che andranno a intercettare il mondo delle imprese, quello della ricerca, gli enti locali e territoriali e la società civile. Il primo bando è indirizzato esclusivamente alle imprese che aderiscono a Reti Innovative Regionali ma seguiranno altre iniziative che consentiranno di raggiungere gli obiettivi previsti: da un lato all'accompagnamento nei processi di trasferimento tecnologico necessari alla transizione industriale e verde, dall’altro all’aggiornamento dell’offerta di competenze che il sistema veneto può mettere a disposizione delle imprese, a partire dalla creazione di competenze specialistiche per la Strategia di Specializzazione Intelligente (S3) regionale. Intendiamo identificare nuove tecnologie e specializzazioni quali nuove opportunità di business per il sistema economico veneto. Si tratterà di sostenere percorsi di crescita da completare tramite l’acquisizione di servizi specialistici per fornire alle PMI le capacità di gestire e presidiare i processi di innovazione, di trasferibilità tecnologica, scalabilità dei mercati, innovazione organizzativa ma anche servizi dedicati all’individuazione di partnership di ricerca oppure quelli finalizzati a proteggere e tutelare l’innovazione. Il tutto coerentemente con i principi di una sostenibilità non solo strettamente ambientale ma anche economica, in termini di crescita che migliori la qualità della vita nel rispetto dell’ecosistema. Altro fronte su cui vogliamo investire è quello delle competenze manageriali, dove stiamo lavorando da tempo. Lo scorso anno abbiamo istituito uno specifico elenco regionale, regolamentato, in cui sono censiti i tre profili specialistici chiave per il supporto delle principali funzioni aziendali: i temporary manager, i manager dell’innovazione e ai temporary export manager che sono censiti in Innoveneto, il portale regionale dell’innovazione. Sono convinto che questi profili specialistici saranno sempre più decisivi in ottica di supporto al ricambio generazionale in azienda, che è una sfida di primaria importanza, soprattutto per l’imprenditoria veneta basata su un modello di impresa familiare”.

Questo bando mira a focalizzare i fabbisogni di innovazione, tenendo conto delle principali sfide tecnologiche e di sostenibilità. Proprio in termini di sostenibilità ambientale, il Veneto quanto ancora deve crescere e che risultati ha già raggiunto?

“Premetto che da tre anni il Veneto si è dotato di una specifica ‘Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile’, di cui tutti i bandi e gli incentivi regionali devono tenere conto. Secondo il rapporto pubblicato nel portale regionale dedicato a tale strategia è possibile affermare che, riguardo al percorso che sta compiendo il Veneto, i nostri livelli di sostenibilità sono migliori della media nazionale per la maggior parte degli ambiti. Quelli in cui dobbiamo migliorare riguardano la sostenibilità in agricoltura e l’utilizzo del suolo. Rispetto al tema della sostenibilità delle nostre imprese, nonostante la crescente terziarizzazione, lo sviluppo manifatturiero del Veneto è ancora molto rilevante e in continua crescita, in misura maggiore rispetto alla media nazionale. La ricerca di una produzione più pulita e sana per l’ambiente auspica una revisione delle attività produttive, principalmente attraverso un allontanamento dai combustibili fossili, a favore di energie rinnovabili. Dobbiamo lavorare a una progressiva riduzione delle emissioni di CO2, vista anche l’importante presenza dell’industria tradizionale. Crescono comunque le imprese ad alta tecnologia, capaci di assorbire una quota maggiore di personale qualificato, migliorando la qualità dell’occupazione. Proprio quest’anno abbiamo approvato, sempre con fondi del PR FESR 2021-2027 un bando per il consolidamento delle start up innovative, su cui abbiamo investito 4 milioni di euro. Vista l’ampia partecipazione stiamo valutando la possibilità di incrementare lo stanziamento per finanziare tutte le imprese risultate idonee. Consolidare le aziende giovani e innovative significa aiutare nuove idee imprenditoriali a scalare il mercato attraverso nuove tecnologie e soluzioni in grado di proiettare il Veneto verso un’economia più sostenibile, a vantaggio di tutti i cittadini. Ad ogni modo, per i prossimi anni intendiamo concentrare i nostri sforzi nel campo della sostenibilità intesa a tutti i livelli ambientale, economica e sociale”.

Assessore Marcato, la specializzazione intelligente della Regione Veneto guarda al futuro con largo anticipo. Ci racconti come il Veneto è in linea con le direttive europee e quanto invece ci sia ancora molto da fare nel resto di Italia.

“424.000 imprese attive, 180 miliardi di euro è il Pil complessivo della nostra regione. Nei primi sei mesi del 2023, 42 miliardi di euro di export ci porta a essere la prima regione d’Italia, come siamo i primi per imprese che attraggono capitali dall’estero. Abbiamo un tasso di disoccupazione del 4,2 per cento e crescita del Pil dello 0,8 per cento e rappresentiamo il 9 per cento del Pil nazionale. Questa è la fotografia dell’economia veneta. Nonostante la crisi pandemica, gli effetti della guerra in Ucraina e la crisi energetica, il Veneto si conferma un territorio dotato di grandi capacità di resilienza e adattamento che ci mettono in condizione di resistere anche agli scossoni più forti. Per mantenere i primati siamo consapevoli che è necessario sostenere in modo adeguato le nostre imprese, soprattutto nel campo della ricerca e innovazione. Proprio rispetto alla capacità innovativa, da anni la Regione del Veneto ha scelto di considerare di primaria importanza fornire gli strumenti più efficaci per supportare l’ecosistema regionale dell’innovazione. Così abbiamo aggiornato la nostra S3 Veneto per fornire al sistema imprenditoriale e della ricerca una vision e un supporto per il mantenimento e l’accrescimento della competitività e della resilienza del sistema Veneto che potesse basarsi sulla raccolta dei risultati nel medio-lungo periodo. Mi preme sottolineare come la nostra strategia di specializzazione intelligente è stata costruita attraverso un percorso di condivisione continua con tutti gli attori del territorio (imprese, ricerca, enti locali e cittadini) che ha permesso di individuare insieme obiettivi, priorità e azioni in grado di massimizzare gli effetti degli investimenti in ricerca e innovazione, puntando a concentrare le risorse disponibili negli ambiti di specializzazione caratteristici del nostro territorio. Questo sforzo collaborativo ha prodotto un risultato di ascolto straordinario, la cui importanza è solo in parte racchiusa nei numeri. Il Veneto oggi punta su: 52 traiettorie di sviluppo tecnologico; 4 driver trasversali (Trasformazione Digitale, Transizione Verde, Capitale Umano e Servizi Innovativi e Nuovi Modelli di Business); 2 missioni strategiche (Bioeconomy e Space Economy) organizzate in 6 ambiti di specializzazione (Smart Agrifood, Smart Manufacturing, Smart Health, Cultura e Creatività, Smart Living & Energy e Destinazione Intelligente). In quest’ambito abbiamo presentato, lo scorso settembre, la candidatura regionale a una delle ‘iniziative faro’ individuate nella Nuova Agenda Europea per l'Innovazione, ovvero al riconoscimento del Veneto come Regional Innovation Valley – RIV. L’eventuale riconoscimento a RIV (i risultati della candidatura sono previsti nei primi mesi del 2024) permetterebbe al sistema veneto di accedere a ulteriori risorse a tal fine dedicate nell’ambito di Programmi europei quali, ad esempio, Horizon Europe e Interregional Innovation Investments (I3) Instrument e che sul tema prevedono azioni di sostegno finanziate a livello europeo con 170 milioni di euro”.

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